Le grandi ville da riscoprire nella Cornigliano nascosta un altro Ponente è possibile
LA DEFINISCONO "autocostruzione" delle città, o più raffinatamente "progettazione partecipata". È la presa di coscienza collettiva che dialogare con le istituzioni si può, ma per far arrivare i messaggi dal basso occorre tradurre la protesta in proposta. Lo hanno capito a Genova i tanti gruppi di cittadini che arruolano architetti e ingegneri, trasformano le idee in calcoli e mettono le istituzioni davanti a progetti di tutto punto: come quello della Fondazione Primavera che, per rendere più umana la convivenza tra città e container a Pra', ha presentato per il nuovo piano regolatore portuale una sua proposta, che il presidente Merlo sta già valutando; o gli Amici di Ponte Carrega che in Valbisagno hanno messo nero su bianco un disegno, alternativo a quello di Coop, per il nuovo centro commerciale nell'area ex Guglielmetti.A Sampierdarena, la progettazione partecipata la stanno già istituzionalizzando: presto il Laboratorio permanente di studi urbani "Incontri in città" dell'Università di Genova, insieme all'associazione Giovani urbanisti, prenderà in gestione un locale del Municipio dedicato a raccogliere le istanze dei cittadini e progettare con loro spazi urbani degradati. «Come succede in molte città europee e alcune italiane – spiega il presidente del Municipio Centro Ovest Franco Marenco – sarebbe bello che il piano regolatore e il piano della mobilità della città, d'ora in poi, nascano anche ascoltando gli spunti dal basso».
E poi c'è l'esperimento che arriva da Cornigliano: la sezione genovese di Italia Nostra chiede al Municipio Medio Ponente di lanciare un concorso di idee per il recupero delle ville storiche, «un patrimonio colpevolmente ignorato dalle istituzioni». È la città che cambia: d'ora in poi, con l'aiuto di tutti.